mercoledì 28 settembre 2011

TERZE LICEO - La teoria della proiezione di Feuerbach: necessità di un confronto critico

PRIMO TESTO: da Ludwig Feuerbach, L'essenza del cristianesimo, Ed. Feltrinelli, Milano 2010 (terza edizione), pag. 55:

"Nella religione l'uomo opera una frattura nel proprio essere, scinde sè da sè stesso ponendo di fronte a sè Dio come un essere antitetico. Nulla è Dio di ciò che è l'uomo, nulla è l'uomo di ciò che è Dio. Dio è l'essere infinito, l'uomo l'essere finito; Dio perfetto, l'uomo imperfetto; Dio eterno, l'uomo perituro; Dio onnipotente, l'uomo impotente; Dio santo, l'uomo peccatore. Dio e l'uomo sono due estremi: Dio il polo positivo, assomma in sè tutto ciò che è reale, l'uomo il polo negativo, tutto ciò che è nullo."

SECONDO TESTO: dalle Lezioni sull'essenza della religione tenute da Ludwig Feuerbach a Heidelberg nel 1848-1849:

"Lo scopo dei miei scritti, come pure delle mie lezioni, è questo: trasformare gli uomini da teologi in antropologi, da teofili in filantropi, da candidati dell'aldilà in studenti dell'aldiquà, da camerieri religiosi e politici della monarchia e aristocrazia celeste e terrestre in autocoscienti cittadini della terra."

martedì 27 settembre 2011

PRIME LICEO - La fede


PRIMO TESTOda una lettera di Madre Teresa di Calcutta (3 luglio 1959) in Madre Teresa, Sii la mia luce, Ed. Rizzoli, Milano 2007, pag. 194-195:

"Nell'oscurità...
   Signore, mio Dio, chi sono io perchè Tu mi abbandoni? La figlia del Tuo amore, e ora diventata come la più odiata, quella che hai gettato via come non voluta e non amata. Io chiamo, io mi aggrappo, io voglio... e non c'è nessuno a rispondere, nessuno a cui mi possa aggrappare, no, nessuno. Sono sola. L'oscurità è così fitta e io sono sola, non voluta, abbandonata. La solitudine del cuore che vuole amore è insopportabile. Dov'è la mia fede? Anche nel profondo, dentro, non c'è nulla se non vuoto e oscurità. Mio Dio, quanto è dolorosa questa sofferenza sconosciuta. Fa soffrire senza tregua. Non ho fede. Non oso pronunciare le parole e i pensieri che si affollano nel mio cuore e mi fanno soffrire un'indicibile agonia. Così tante domande ancora senza risposta vivono dentro di me. Temo di svelarle, per paura della bestemmia. Se c'è Dio, per favore mi perdoni, confido che tutto finirà in Cielo con Gesù"

SECONDO TESTO - Lorenzo Jovanotti Cherubini, Mi fido di te, dall'album "Buon Sangue" (2005):

Case di pane, riunioni di rane 
vecchie che ballano nelle cadillac 
muscoli d'oro, corone d'alloro 
canzoni d'amore per bimbi col frack 
musica seria, luce che varia 
pioggia che cade, vita che scorre 
cani randagi, cammelli e re magi 

RIT: 
forse fa male eppure mi va 
di stare collegato 
di vivere di un fiato 
di stendermi sopra al burrone 
di guardare giù 
la vertigine non è 
paura di cadere 
ma voglia di volare 

mi fido di te {x4} 
io mi fido di te 
ehi mi fido di te 
cosa sei disposto a perdere 

Lampi di luce, al collo una croce 
la dea dell'amore si muove nei jeans 
culi e catene, assassini per bene 
la radio si accende su un pezzo funky 
teste fasciate, ferite curate 
l'affitto del sole si paga in anticipo prego 
arcobaleno, più per meno meno 

RIT 

mi fido di te {x3} 
cosa sei disposto a perdere 
mi fido di te {x2} 
io mi fido di te 
cosa sei disposto a perdere 

rabbia stupore la parte l'attore 
dottore che sintomi ha la felicità 
evoluzione il cielo in prigione 
questa non è un'esercitazione 
forza e coraggio 
la sete il miraggio 
la luna nell'altra metà 
lupi in agguato il peggio è passato 

RIT 

mi fido di te {x3} 
cosa sei disposto a perdere 
eh mi fido di te 
mi fido di te {x3} 
cosa sei disposto a perdere

sabato 24 settembre 2011

SECONDE LICEO - I sacramenti: che cosa sono?

PRIMO TESTO: da Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Ed. Bompiani, Milano 1999, pag. 96-98:

"La volpe soggiunse: « Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto ».
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
«Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente», disse. «Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo». E le rose erano a disagio. «Voi siete belle, ma siete vuote», disse ancora. «Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa ». E ritornò dalla volpe.
«Addio», disse.
«Addio», disse la volpe. «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi».
«L'essenziale è invisibile agli occhi», ripetè il piccolo principe, per ricordarselo.
«È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi importante».
«È il tempo che ho perduto per la mia rosa...» sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
«Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...»
«Io sono responsabile della mia rosa...» ripetè il piccolo principe per ricordarselo."


SECONDO TESTO: dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) n°1131:

"I sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina."


mercoledì 21 settembre 2011

TERZE LICEO - L'immagine di Dio: una questione cruciale

PRIMO TESTO: da C.S. Lewis, Diario di un dolore, Ed. Adelphi, Milano 1990, pag. 36-37:

"Ho molta più paura che siamo in realtà topi in trappola. O peggio: topi di laboratorio. Qualcuno, mi pare, ha detto: <<Dio geometrizza sempre>>. E se la verità fosse: <<Dio viviseziona sempre>>? Prima o poi dovrò affrontare la domanda in parole povere. A parte i nostri disperati desideri, che ragione abbiamo per credere che Dio, qualunque metro di giudizio possiamo immaginare, sia 'buono'? Tutte le prove manifeste non indicano esattamente il contrario? Che cosa abbiamo da opporre?  [...]  Queste righe le ho scritte ieri sera. Più che un pensiero, è stato un urlo. Riproviamo. E' razionale credere in un Dio cattivo? O comunque, in un Dio tanto cattivo? Il Sadico Cosmico, l'idiota malevolo?"

SECONDO TESTO: da Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa. Lettere dal carcere, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 1988, pag. 350-351 e pag. 382-383:

"Le persone religiose parlano di Dio quando la conoscenza umana è arrivata alla fine o quando le forze umane vengono a mancare - e in effetti quello che chiamiamo in campo è sempre il 'deus ex machina', come soluzione fittizia a problemi insolubili, oppure come forza davanti al fallimento umano; sempre dunque sfruttando la debolezza umana o di fronte ai limiti umani; [...] mi sembra sempre come se volessimo soltanto timorosamente salvare un po' di spazio per Dio; - io vorrei parlare di Dio non ai limiti, ma al centro."
(Lettera del 30 aprile 1944)
"Non dobbiamo attribuire a Dio il ruolo di tappabuchi nei confronti dell'incompletezza delle nostre conoscenze; [...] Dio non è un tappabuchi; Dio non deve essere riconosciuto solamente ai limiti delle nostre possibilità, ma al centro della vita."
(Lettera del 29 maggio 1944)

martedì 20 settembre 2011

PRIME LICEO - L'uomo alla ricerca di Dio



PRIMO TESTO: da Bruno Forte, Confessio theologi. Ai filosofi, Ed. Cronopio, Napoli 2002 (II edizione), pag. 10-12:

 "Anche per un altro motivo, però, l'altro è l'altra parte di me, che credo. Non solo perchè, come teologo, non ho la parola compiuta, esaustiva su tutto, ma anche perchè l'altro, il cosiddetto 'ateo', quando è veramente e fino in fondo tale, quando lo è cioè non per una semplice qualificazione esteriore, ma per le sofferenze di una vita che lotta con Dio senza riuscire a credere in Lui, vive in una medesima condizione di ricerca e di infinito dolore. La non credenza non è la facile avventura di un rifiuto, che nulla cambi del cuore di chi lo viva. La non credenza è passione, è sofferenza, è militanza di una vita che paga di persona l'amaro coraggio di non credere. Lo mostra il celebre aforisma 125 della Gaia Scienza, dove Nietzsche racconta dell'uomo folle che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: <<Cerco Dio! Cerco Dio!>>. E poichè proprio là si trovavano molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. <<Si è forse perduto?>> disse uno. <<Si è smarrito come un bambino?>> fece un altro. <<Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? E' emigrato?>> gridavano e ridevano in una gran confusione. L'uomo folle balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: <<Dove se n'è andato Dio?>> gridò <<ve lo voglio dire! L'abbiamo ucciso - voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini!>>. Ed è così che il folle uomo pronuncia le parole, che segnano il destino di un'epoca: <<Dio è morto... e noi lo abbiamo ucciso!>>. Ma al tempo stesso denuncia la verità del dolore infinito di non credere, il senso di abbandono, di orfananza, che ne consegue: <<Non è il nostro un eterno precipitare?... Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere le lanterne la mattina?>>. Quale pagina meglio di questa potrebbe mostrare come il non credere sia indissociabile dall'infinito dolore dell'assenza, dal senso di orfananza e d'abbandono, quale solo la morte di Dio può creare nel cuore dell'uomo, nella storia del mondo? Il non credente, come il credente, è un uomo che lotta con Dio."

SECONDO TESTO: da Duccio Demetrio, La religiosità degli increduli. Per incontrare i <<gentili>>, Ed. Messaggero, Padova 2011, pag. 146-147:

 "Più volte ho cercato di lasciare aperta la mia porta, o almeno ho creduto di provarci. Nel migliore dei modi, facendo spazio all'incomprensibile. Ma Dio, colui che avrei voluto incontrare e riconoscere come tale, si è fino a oggi avvicinato alla soglia, questo sì, senza varcarla. Vivo Dio solamente come un problema insoluto, che non voglio, nè ho voluto mai districare. Non per pigrizia, nè per timore: perchè mi piace aspettare ancora in quel cortile. Alieno da ogni definitiva negazione e refrattario a cedimenti mistici, mi fa compagnia questo Ospite possibile: discreto e titubante, talvolta allarmante. A tratti loquace, più spesso silenzioso. Chi è in attesa? Lui o io? Qualche volta - spiandolo da una fessura - mi appare decisamente confuso, dinanzi all'immenso dolore e al male del mondo. E' in questi momenti che lo percepisco più accanto alla mia angoscia d'uomo"

martedì 13 settembre 2011

A che cosa serve questo blog???

Ho creato questo blog per gli studenti del Liceo "Tito Livio" delle classi 1A-B-C,  2 A-B-C,  3A-B-C; in esso potrete trovare vari testi che userò in classe durante le lezioni. Spero che questi testi possano dar vita anche ad un confronto reciproco (attraverso discussioni, domande, riflessioni, etc.) per quanti lo vorranno.
Buon anno scolastico a tutti!!!:-)